it.scienze.medicina
2008-08-18 11:50:22 UTC
Le molecole cruciali per questo cruciale e delicato mantinimento in
"stand-by” sono indicate dalle sigle H3K4me3 e H3K27me3, e sono
classificate tra le cosiddette modificazioni epigenetiche che
influenzano gli schemi di attivazione dei geni PAROLE CHIAVECellule
staminali
Una cellula staminale embrionale viene controllata dalla presenza e
dell’azione di modificazioni proteiche che silenziano ogni gene che
potrebbe prematuramente istruire la cellula a svilupparsi in tessuto
cardiaco o in qualunque altro tessuto specializzato. Grazie alla
presenza simultanea di diverse modificazioni proteiche, tuttavia, le
cellule staminali sono pronte per svilupparsi in cellule
specializzate.
È quanto riferiscono sulla rivista “Cell - Stem Cell”, i ricercatori
di un’ampia collaborazione scientifica tra il Genome Institute of
Singapore (GIS), il Bioprocessing Technology Institute (BTI), due
strutture che fanno parte dell’Agency for Science, Technology and
Research (A*STAR), e la National University of Singapore (NUS).
Le molecole che garantiscono questo cruciale e delicato mantenimento
in “stand-by” sono indicate dalle sigle H3K4me3 e H3K27me3, e sono
classificate tra le cosiddette modificazioni epigenetiche che
influenzano gli schemi di attivazione dei geni, sia nelle cellule
staminali embrionali umane sia in quelle mature.
Gli scienziati, inoltre, hanno anche scoperto che i geni modificati
soltanto da uno dei marker, e più precisamente l’H3K4me3, contengono
le istruzioni genetiche per le proteine che permettono alle cellule
staminali embrionali di proliferare o duplicarsi.
Nell’articolo pubblicato su “Cell-Stem Cell”, gli autori puntualizzano
che: “la prevalenza di questi geni può essere collegata alle prorietà
di autorigenerazione delle cellule staminali”. Determinare in che modo
le cellule staminali embrionali vengano modificate da questi marker
epigenetici potrebbe aiutare a spiegare le caratteristiche uniche di
tali cellule, cioè la capacità di autorinnovarsi e la pluripotenza.
Federico Cesareo
"stand-by” sono indicate dalle sigle H3K4me3 e H3K27me3, e sono
classificate tra le cosiddette modificazioni epigenetiche che
influenzano gli schemi di attivazione dei geni PAROLE CHIAVECellule
staminali
Una cellula staminale embrionale viene controllata dalla presenza e
dell’azione di modificazioni proteiche che silenziano ogni gene che
potrebbe prematuramente istruire la cellula a svilupparsi in tessuto
cardiaco o in qualunque altro tessuto specializzato. Grazie alla
presenza simultanea di diverse modificazioni proteiche, tuttavia, le
cellule staminali sono pronte per svilupparsi in cellule
specializzate.
È quanto riferiscono sulla rivista “Cell - Stem Cell”, i ricercatori
di un’ampia collaborazione scientifica tra il Genome Institute of
Singapore (GIS), il Bioprocessing Technology Institute (BTI), due
strutture che fanno parte dell’Agency for Science, Technology and
Research (A*STAR), e la National University of Singapore (NUS).
Le molecole che garantiscono questo cruciale e delicato mantenimento
in “stand-by” sono indicate dalle sigle H3K4me3 e H3K27me3, e sono
classificate tra le cosiddette modificazioni epigenetiche che
influenzano gli schemi di attivazione dei geni, sia nelle cellule
staminali embrionali umane sia in quelle mature.
Gli scienziati, inoltre, hanno anche scoperto che i geni modificati
soltanto da uno dei marker, e più precisamente l’H3K4me3, contengono
le istruzioni genetiche per le proteine che permettono alle cellule
staminali embrionali di proliferare o duplicarsi.
Nell’articolo pubblicato su “Cell-Stem Cell”, gli autori puntualizzano
che: “la prevalenza di questi geni può essere collegata alle prorietà
di autorigenerazione delle cellule staminali”. Determinare in che modo
le cellule staminali embrionali vengano modificate da questi marker
epigenetici potrebbe aiutare a spiegare le caratteristiche uniche di
tali cellule, cioè la capacità di autorinnovarsi e la pluripotenza.
Federico Cesareo